Nain, “città deliziosa”,
dai molti luoghi
che parlano al mio cuore
mi vede uscire
col mio virgulto rotto
ed un dolore
che tinge ogni mio passo.
Mi muovo piano
incerta nel corteo
perché non posso
pretendere un giardino
che più lo accolga
in tutto il suo splendore.
Così ti vedo
che mi cammini incontro
dentro al tuo viaggio
che invece porta al Monte
della Tua gloria
che sola sa comprendere
quella potenza di una recisione
che spezza a pieno
il mio legame amato
col sole e l’acqua
che avevo nel giardino
di una famiglia
che sola mi rimane
come parola e commemorazione.
Lo tocchi piano
il fiore mio adorato
e mi sussurri
di togliere al mio strazio
il fiume intenso
del pianto mio dirotto,
unica acqua per irrigarlo ancora.
Diventi tu
la forza del suo stelo
e la bellezza
del suo esser bambino
che torna ai giochi
del nostro bel giardino
in quella casa
da dove siam partiti,
privi di vita, di palpito e calore.
Lo rendi a me,
esperta della morte,
perché comprenda
che solo Tu sei Vita.
Ti muovi adesso
al passo del tuo viaggio
dove ti attende
una nuova irrigazione
di Sangue sparso
ai piedi della terra
di ogni stelo
di uomo ripiegato,
prostrato al suolo
dalla sua assurda sete.