Più importante di nascere
fu incontrarlo in un ventre
generoso e capiente
che portava il mio sogno.

Cominciai ad aspettarlo,
era scritto il mio nome
su una tavola muta
senza voce di padre.

E così sono nato,
senza esser chiamato,
l’inespresso, il mio Regno,
profezia di un’attesa…

Non trovavo una terra
dove esser chi ero,
ero l’uomo di vento
che spianava la strada
di un percorso già nato.

Lui sapeva la fine,
io appena il suo inizio
i miei giorni passavano
tra deserto ed amaro,
nostalgia di un incontro
che sapevo dall ‘acqua.

Non contava il digiuno,
non smentiva quei giorni
dove vivere era
esser solo una strada
per dei piedi lontani.

Io lo amavo a distanza,
lo bramavo, sognavo,
lo aspettavo in quel fiume
di battesimi soli.

Finché un giorno discese,
compiacenza di Padre,
in un sandalo sciolto,
come ogni altro uomo.

Io non ebbi mai niente…
e così lo compresi,
ci son uomini ponte
solo attesa e un destino
che decapita orgogli.

Ma il Suo dono rimase,
la mia strada per Lui,
il Suo sogno per me.