È salva
da cerva che si impiglia
offerta in quel disegno vuoto
di guerra
da uomo che decide.
Mi ascolto:
quell’uomo in me ritorna,
è terra di luce consumata
che sola
mi aveva dato raggi.
Mio sprazzo
di gioia più totale
ha offerto in cima a quella pira
in preda
a un’obbedienza adulta.
In Aulide
consuma il sacrificio
che tutta
mi annulla in una fiamma.
Oscura
in un momento solo
quel sole che usciva a mezzogiorno
per luce
di giovinezza prima.
Così
lo aspetto nella notte
per spegnere la sua lucerna piatta
che ha tolto
il lume dei miei giorni.
Se solo
mi avesse consultata
quel gesto ora sarebbe cavo
e vuoto
del sangue di una figlia.
E noi,
suoi genitori primi,
a tessere un’iride di vita
attorno
al sole che lei era…
La Luna l’ha presa tra le mani.