(su Antigone che conduce per mano il padre Edipo)
Chiedevo una mano,
una foglia, una culla,
la luce mancava,
il buio era spento.
La culla giungeva
in tiepidi tocchi
di bimba cresciuta
da un fiore variato.
Perchè quella vista
veniva ridata
in pallide stanze
di tempo rappreso?
Pensavo a quel buio
come nuova occasione
regalo di un male
già troppo osannato.
Giungevo a quel buio
da Erinni scontate
che urlavano ancora
di giorni già pianti.
Vivevo quel buio
per farmi bambino
per farle da padre,
per esserle figlio.
Trovavo in quel buio
lenzuola distese
per letti rinati
da altre esistenze.
Quel buio era un dono,
che mi ero donato
per scrivere a lei
mie vere memorie.
le scrissi una lettera,
le scrissi nel palmo,
le chiesi un sentiero,
mi diede il suo fiore,
di petalo sparso.