Aratro di forza sapiente
distingui Tra un sale da arare
e un figlio che posso salvare.
Prolunghi il mio gesto sicuro
in umile arnese capace
che ara il mio lembo paterno
E dona sapienza al mio senno.
Io, l’uomo famoso per trame,
capace, che ferma anche il tempo,
che fabbrica ordigni tremendi
con mente più lucida e scaltra.
Rimango, con te pronto in mano,
bloccato vedendo mio figlio,
lo sguardo che vaglia la sabbia,
e vede soltanto un bambino.
Il conto che calcola il viaggio,
lontano dal porto di affetti,
misura anche il bene di un padre
che sa cosa è un seme donato.
Telemaco, prezzo di guerra,
di notti passate all’addiaccio,
di sangue che vedrò affiorare,
mi fermo per farti tornare
nel nido sicuro di madre
che veglia con te il mio ritorno,
lontano tra echi di guerra
e sacche e risacche di mare.
Vent’anni saranno quel tempo
in cui capirò chi sei stato
quel giorno in cui ho fermato
l’acume che solo possiedo…
Vent’anni, il tempo donato
per nascerti padre nel cuore,
per crescerti figlio d’ingegno
in gioco di mente potente
che era il mio unico bene.
Telemaco, dono di un cuore…
(12 ottobre 2013)