Quell’unguento di luna
che il mio corpo contorce
è il mio unico modo di tenerTi con me
e creare un diaframma tra colori diversi.

Ho avvinghiato una chioma
alle gambe di un legno
che sentivo fluire
dentro a succhi di vita
che potevo assorbire.

Le mie lacrime vive
che asciugavano i piedi
di una sera redenta
e di un forte profumo
dal vigore sfrontato.

Così lento l’ECCESSO
ha trovato una sede,
e nobilita il nardo,
che non brucia lo spasmo
del mio essere implume.

(19/07/2013)