(now for next)
Le conta il ciclope alla porta,
le conta le pecore magre
che escono sempre più uguali…

Le ore di questa caverna,
che cercano il giorno di fuori,
il sole dal buio che è dentro.

Le palpa il ciclope padrone,
cattivo non trova di Ulisse,
il ventre appiattito e nascosto
da ciuffi di lana prostrata.

Ulisse e compagni sfibrati,
speranza di uscire alla luce,
di rendere ogni minuto
capace di scorrere altrove…

lontano da bocche di sasso
da buchi di senso scavato
di rocce che graffiano il sole.

Ulisse mi rende l’attesa
non vuoto di strazio lontano,
ma prossima ora che aspetto,
speranza di sole scampato
da furia di cieco ciclope.