(A Maria…)

E’ il tuo vestito ruggine
che mi risale dentro
come di un rampicante
che fregi la mia casa.

Fiori,
nel tuo respiro lieve
che mi decora tutti
gli spazi che non vedo.

Viscere,
misericordia strana
avverto che risale,
conquista quella parte
di ogni mio ricordo:
finestre ancora chiuse.

Attesa,
lo sguardo che riposa
e terge ogni colore
spalmandolo dal cielo,
cogliendo dalla terra
la linfa che mi serve.

Pianta
diviene ogni salita,
che visita interiore
allunga dentro al corpo
e mi disegna ancora
ritinta superficie.

Ora,
che torni arrampicata
nel prossimo ritorno
di stoffa tanto amata.
(15 giugno 2014)